Il Comitato Arci Lucca Versilia nasce nel 2016 come fusione tra i due comitati della provincia di Lucca: Comitato Arci Versilia e Comitato Arci Lucca.
Arci Lucca Versilia è l'organo di riferimento dei 38 circoli attivi nella provincia di Lucca e conta più di 8.000 soci/e. Il Comitato Territoriale dà supporto amministrativo e fiscale ai circoli, li assiste nelle pratiche burocratiche, promuove le loro attività culturali e ne gestisce le fasi di tesseramento.
A fianco del lavoro sui circoli, il Comitato Territoriale rappresenta Arci nei confronti degli enti locali, dialoga e lavora con le istituzioni per progettare servizi che rispondano ai bisogno della comunità. Gestisce poi una serie di servizi e sportelli, attivi all'interno della Casa dei Diritti.
Gli organismi dirigenti del Comitato Territoriale sono composti dal Consiglio Territoriale e dalla Presidenza. Il primo prevede 30 soci/e in rappresentanza dei circoli del territorio e ha il compito di votare il bilancio ed eleggere il Legale Rappresentante del Comitato. Il secondo invece è composto da 10 soci/e con deleghe relative ai vari ambiti di intervento e hanno il compito di promuovere campagne, eventi, servizi, dialogando con le amministrazioni locali e gli altri enti del terzo settore.
Arci è una grande associazione che si basa sui valori di antifascismo, uguaglianza, pace e solidarietà, propri della nostra Costituzione.
L'associazione nasce nel secondo dopoguerra, ma fonda le proprie radici nella grande tradizione operaia e mutualistica di fine ottocento, quando si sviluppano le società di mutuo soccorso, le case del popolo e le camere del lavoro, punti di riferimento per la nascente classe operaia. Sono questi i luoghi dove si crea aggregazione e aiuto concreto ai lavoratori e alle lavoratrici, dopo si promuove cultura, alfabetizzazione e formazione politica.
Durante il ventennio fascista le attività delle diverse associazioni di lavoratori assistono a una forte repressione: le varie organizzazioni vengono sciolte, costringendo il loro operato all'illegalità.
La Liberazione riconsegna la libertà di autorganizzazione popolare: tornano le associazioni di volontariato, le quali si riappropriano di tutti quegli spazi confiscati durante la dittatura: molte case del popolo vengono ricostruite o ristrutturate grazie al duro lavoro dei volontari e delle volontarie. Il ritorno alla vita associativa porta anche alla necessità di creare un coordinamento nazionale di tutte quelle associazioni impegnate nella promozione delle attività culturali e ricreative.
La riduzione dell'orario di lavoro a 40 ore settimanali permette poi ai lavoratori e alle lavoratrici di godere di più tempo libero. Sarà proprio l'attenzione e la promozione del tempo libero a portare alla costituzione della grande rete Arci, formalmente nata il 26 maggio 1957 a Firenze.
I circoli Arci diventano luoghi di grande promozione culturale (nel 1967 nasce UCCA - Unione dei Circoli Cinematografici Arci) e politica: i giovani sperimentano le prime auto organizzazioni politiche, articolando quelle che saranno molte delle rivendicazioni del movimento studentesco e operaio degli anni a venire. E' nei circoli Arci che si supportano le lotte per il diritto allo studio e per i diritti civili e politici degli anni '70.
Durante gli anni '80 il lavoro di Arci si unisce a quello di altre grandi associazioni come Legambiente, Arci Gay, Arci Ragazzi.
La crisi e la fine della Prima Repubblica, e la grande sfiducia della cittadinanza nei confronti della classe dirigente, porta i circoli Arci a colmare quel vuoto politico, riarticolandolo in funzione delle sfide che il presente porta con sé. Arci rinnova il suo impegno contro la mafia e si apre alla cooperazione internazionale, diventando protagonista nella stagione dei grandi movimenti per la pace e la giustizia sociale, contro la globalizzazione neoliberista che si consolida nel finire degli anni '90.
Con l'avvento del nuovo millennio l'Arci si caratterizza come un grande laboratorio sociale, politico e culturale, che si misura con i grandi temi della pace, della giustizia, dei diritti, dell'equità sociale, per un diverso modello di sviluppo.
Nel 2014 nasce Sabir- il festival delle culture diffuse del mediterraneo, come risposta alle troppe vittime del Mar Mediterraneo. Sabir diventa un luogo di scambio tra le varie associazioni che si impegnano nell'area mediterranea per il diritto delle persone migranti e rifugiate a viaggiare in maniera sicura e legale.
Gli anni successivi vedono la ribalta di movimenti nazionalisti, sovranisti e xenofobi. Sono gli anni di Brexit, di Trump e di Bolsonaro. Il nostro lavoro culturale è incessante e non intende fermarsi: rispondiamo all'odio e alla paura con cultura, solidarietà e aggregazione.
Abbiamo rinnovato il nostro impegno di comunità anche durante la terribile pandemia che ci ha colpiti nel 2020, riuscendo ad articolare sul territorio, dove e quando possibile, un aiuto concreto alla cittadinanza.
Dopo gli anni difficili della pandemia Arci sta tornando a essere in punto di riferimento per le tante sifde del nostro tempo: siamo in prima linea nel denunciare l'emergenza climatica che sta mettendo in ginocchio il nostro pianeta, siamo all'interno dei movimenti per il riconoscimento della cittadinanza ai tantissimi e alle tantissime giovani che nascono e crescono in questo paese ma ancora non sono ancora riconosciut3 come italian3. Siamo impegnat3 nei progetti di antimafia sociale e partecipiamo ai campi della legalità. Siamo inoltre impegnat3 più che mai nella lotta a ogni tipo di razzismo, e non ci stancheremo mai di rivendicare la libertà di tutt3 a muoversi liberamente e in maniera sicura nel mondo. Siamo non di meno impegnat3 a difendere e ad ampliare il raggio dei diritti civili: perché tutt3 abbiano il diritto di amare, di essere se stess3 e di costruire una famiglia. Siamo nelle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici, in supporto ai riders e al collettivo GKN di Firenze
Insomma, siamo ancora attiv3 e resistenti!